Sino agli anni ’60 dello scorso secolo, prima del boom edilizio che ha mutato radicalmente l’urbanistica di molti quartieri, agli abitanti di Crescenzago per individuare una casa, un cortile o un rione non era necessario conoscere l’indirizzo esatto, ogni angolo del paese aveva il suo soprannome con il quale era immediatamente identificabile.

Di seguito, in ordine alfabetico, sono elencate alcune delle più utilizzate antiche definizioni, alcune delle quali sono state recuperate da un nastro inciso da Nino Legnazzi nel 1990 in occasione del centenario dell’asilo infantile di Crescenzago.


 El Bertani lavandee: via S. Mamete, vicino alla Trattoria dell’Ombra.

 Cimian: ampia zona tra le vie Pusiano e Monteggia, la frazione era un comune autonomo e solo nel 1757 fu inglobato nel comune di Crescenzago.

Corte Regina: area attorno alla chiesetta dei S. Re Magi, comprendeva le abitazioni tra le vie Rottole, Regina Teodolinda, Emo e Turroni.

El Biett: casa ad un solo piano in via Padova  288, demolita durante la seconda guerra mondiale. C’era un ristorante, una sala da ballo ed in cortile un campo da bocce.  Era gestito dalla signora Teresa Meani e dal marito Peppino Andreoni, detto El Biett. Nella casa c’erano diverse botteghe, le più ricordate sono la macelleria della signora Vittoria (sorella del Biet) e la cartoleria della signora Regina Cariati Campi.

El Bosch: zona alla fine di via San Mamete in prossimità del bosco di Crescenzago, “bosco di legno forte” citato da varie fonti che in passato si estendeva fino ai confini di Sesto San Giovanni. Nella stessa zona, al civico 98 di via S. Mamete, si trovava anche la omonima cascina Bosco.

El Boschett: via Padova angolo Via Emo, chiamata anche Cà del Pescatori, dal nome del proprietario del negozio di telerie, ancora oggi in attività (magazzini EMO).

El Burlagiò: via Padova 314, detta anche cà di Urnagh dal nome dei proprietari.

El Cairet: in fondo a via Giulietti a sinistra, al civico 19.

El Cairo: via Padova 262, .

El Dazzi: casello del dazio, in via Padova, immediatamente prima del ponte sul Lambro, dalla parte dei numeri dispari, aveva un ampio piazzale di sosta per i camion.

El Lavezzar

El Lavezzar: lungo fabbricato di 5 piani a ringhiera sulla via Padova, tra le vie Cesarotti e Vittorelli, con ingresso in via Cesarotti 2, fu costruto nei primi anni del XX secolo, prese il nome dal costruttore: Lavezzari. Fino a non molto tempo fa, dal lato di via Cesarotti c’era una “PESA PUBBLICA”. Quando era in funzione il Dazio, la pesa era molto utilizzata dai dazieri che venivano a verificare se il peso delle merci trasportate sui camion in transito era conforme a quanto dichiarato sui documenti. Nello stesso palazzo, dal lato opposto della pesa, in via Vittorelli c’era il frequentatissimo negozio dove si giocava al lotto.

El Polo Nord: via Pusiano 2, caseggiato a sud della via Palmanova, vicino alla fermata CIMIANO della metropolitana. Sembra che fosse chiamato così perché una volta era in aperta campagna e soggetto a temperature molto fredde.

El Pont noeuv: quartiere a cavallo del Naviglio della Martesana, compreso tra le vie Arici, Perticari, Paruta, Asiago, Ponte Nuovo e Tanaro.

Giò del pónt: identificava piazza Costantino e le zone contigue a nord del ponte sul Naviglio verso Sesto San Giovanni.

I Cav: zona tra via Meucci, De Notaris, Ponte Nuovo e del Ricordo dove erano presenti molte cave di ghiaia

I Tre cà: frazione che comprendeva  2 osterie e le case limitrofe: “l’Osteria del Romeo” ( via Padova 344) è tuttora in attività sempre gestita dalla famiglia Novelli mentre l’osteria di fronte (via Padova 345) ha cessato l’attività all’inizio degli anni ’80.

L’Aresi:  via Padova 268, era conosciuto soprattutto perché nella casa c’era una balera molto frequentata.

L’Asilo: l’asilo infantile di via Padova 269, fu costruito alla fine del 1800 ed è sempre stato all’avanguardia nei metodi pedagogici, è tuttora funzionante.

ex municipio di Crescenzago di piazza Costantino

La Bellaria: via Vittorelli in fondo a sinistra.

La Cà del Cola: via Padova, angolo via Dal Pozzo Toscanelli

La Cà del Comun: identificava il municipio di piazza Costantino.

La Cà del Ghia: via Padova 283, era così chiamata perché la famiglia Cattaneo, proprietaria della casa, dove  gestiva un negozio di frutta e verdura era soprannominata “i Ghia”.

La Cà del Gusmaroli: via Adriano 11.

La Cà del Malinverni: via Padova 235, porta il nome del suo proprietario che era un meccanico specializzato nella riparazione dei tram a vapore. All’altezza del suo cortile c’era una apposito scambio che permetteva di deviare nella sua officina i tram da riparare.

La Cà del Molinari: via Ponte Nuovo 2, così chiamata perché sino agli anni ’50 era presente la “Molinari Cartotecnica”.

La Cà del Pescatori: vedi “El Boschett”

La Cà del Rusmin: via Gherini 2.

La Cà di Angiolin: via Padova, angolo via Pieri

La Ferrera: cascina in via Celentano angolo via Placido Riccardi, dove attualmente sorge l’Istituto delle Suore del Preziosissimo Sangue.

La Córt de l’ Avocat: casa di ringhiera che c’era in via S.Mamete 12, così chiamata perché vi abitava l’avvocato Sioli, che in seguito acquisterà villa Albrighi.

La Córt de la Martesana:  grande cascina in via Padova 263. angolo via Pieri, il cui muro perimetrale arrivava sino al Naviglio della Martesana.

La Córt de la Merica: via Padova 275-77 sembra che il nome derivi da emigranti tornati dall’America che vissero nel cortile.

La Córt de la piatéra: via Gherini 5, così chiamata perché vi abitava Renato Bonfanti,  e prima ancora sua madre chiamata “la piatéra”. Renato e la madre erano molto conosciuti a Crescenzago perché battevano ogni cortile con le loro mercanzie per la casa che vendevano o barattavano in cambio di stracci.

La Córt de la Polliroeula: via Padova 279.

La Córt del Munt: Uno dei più vecchi cortili di Crescenzago in via Amalfi 3 lungo la Martesana a fianco dell’ex-Municipio: Cortile stretto formato da case costruite probabilmente in tempi diversi.

cortile interno del circolo Cerizza

La Córt del circol: via Meucci 2, dove c’è tuttora il “Circolo Cerizza” che aveva campi da bocce alla Milanese.

La Córt del Secrìsta: via Berra 9.

La Córt del Stella: via San Mamete 32.

La Córt del Stocchi: via Paradisi 2.

La Córt di Candian: via Giulietti 1.

La Córt di Giochi: Era un ampio spazio tra le case di via Padova e via Berra così chiamato perché in antichità era utilizzato da giostre e bancarelle durante le sagre.

La Faipò: vecchia cascina di via Magistretti, dove attualmente sorge la chiesa di S. Basilio.

La Faiporina: via Tanaro 10.

La Favorita: via Padova 276,  lo stabile ospitava una rinomata trattoria che aveva anche una sala da ballo e campi di bocce.

La Goeubba: Borgo che comprendeva la cascina di Via Padova 393, l’osteria della Gobba e le case attorno, sia in via Padova che in via Bormio, demolite per la costruzione della tangenziale e della metropolitana

La Palazzetta: via Padova 370, prima del ponte sul Lambro di fronte al dazio. A fianco c’era la Centrale Elettrica che riforniva di corrente le Linee Celeri dell’Adda, ora sede di una moschea.

La via di lavandè: via  della Valle.

La villa del Sada: villa della famiglia Sada, industriali proprietari della industria conserviera SADITAL di via Gherini. Era in piazza Costantino, tra i 2 rami di via Meucci, demolita e mai ricostruita per problemi di concessioni edilizie, è tuttora presente solo il muro perimetrale.

La villa del Pirovano: villa che ha preso il nome del proprietario, fu costruita nel 1914 dall’architetto Luigi Ferrari è in via Padova 271 a fianco dell’asilo.

Sant’Antoni: zona di via Padova di fronte a via Toselli, dove una volta c’erano le  “spedizioni BLORT”, attualmente sede di un discount alimentare.

Sant’Ignazi: via Padova 258. Era una antica stazione sulla postale veneta, aveva lo stallazzo ed il ristorante, sino agli anni ’40 fu gestita dai signori Arrigoni, poi subentrarono i Biet. Il caseggiato fu demolito e ricostruito alla fine degli anni cinquanta, attualmente tutto il piano terreno del nuovo palazzo è occupato da una banca.