Negli scorsi secoli la coltivazione degli ortaggi era una attività comune a tutti i territori attorno alle grandi città.
Essendoci problemi nella conservazione e difficoltà nel trasporto degli ortaggi, la vicinanza della città e quindi degli utilizzatori, favoriva di fatto queste coltivazioni attorno ai grandi agglomerati urbani.
Molti dei terreni agricoli di Crescenzago, sino alla metà dello scorso secolo erano coltivati a ortaglia, negli anni successivi l’urbanizzazione ha progressivamente reso impossibile qualsiasi attività agricola nel territorio.
Sino al primo dopoguerra erano coltivati ad ortaglia praticamente tutti i terreni attorno a cascina Gobba. Nel cortile della cascina al 393 di viale Padova erano attivi 5 fratelli Ornaghi (Vittorio, Gerolamo, Attilio, Ernesto ed Eugenio), ognuno di loro aveva un appezzamento indipendente attorno alla cascina.
La famiglia Cattaneo aveva i terreni alle spalle di cascina Gobba. I Cattaneo, Augusto con i figli Marcello e Felice erano soprannominati i “Ghia” ed erano molto conosciuti a Crescenzago perché avevano un negozio di frutta e verdura in via Padova 281.
I loro campi confinavano con quelli della cascina di via Bormio 5, dove coltivavano ortaggi i fratelli Arturo e Margherita Ornaghi, omonimi ma non parenti degli Ornaghi della Gobba. Un po’ più a nord c’erano le coltivazioni orticole dei Consonni che abitavano alla cascina Isola Villa, i loro terreni arrivavano sino al Naviglio della Martesana. Al di là della Martesana, ma nel comune di Cologno c’erano altri orticoltori, i Marchesi. Alla Palaseta (via Padova 370) di fronte al vecchio dazio, nei terreni ove ora passa via Angelo Rizzoli ed il viadotto della MM2, coltivava ortaggi la famiglia Colombo.
Anche sulla sponda destra del Naviglio si trovavano coltivazioni di ortaggi, in fondo a via S. Mamete “El Dorino” oltre alle verdure coltivava fragole. Il terreno tra via Meucci e via Del Ricordo di fronte alla Wander era coltivato dal “Rebussin”.
Altri campi coltivati ad ortaggi c’erano al confine con Sesto nell’area compresa tra la scuola di via Brambilla, la fornace e la cava Mariani.
Estese coltivazioni di verdure c’erano anche nei terreni dove poi verrà tracciata via Palmanova tra Crescenzago e le Rottole ed erano condotte dai Limonta.
Da Crescenzago le verdure venivano portate al Verziere (verzee) il mercato ortofrutticolo di Milano.
Anticamente il mercato si svolgeva in piazza Duomo, poi alla fine del ‘600 fu spostato attorno a piazza S. Stefano.
Agli inizi del XX secolo risultò impossibile mantenere il mercato nel centro di Milano e nel 1911 le contrattazioni furono portate in corso XXII Marzo in un’area più decentrata ma più organizzata, attigua allo scalo di Porta Vittoria, dove durante le 5 giornate c’era un fortino del generale Radetzky.
L’area del mercato era dove attualmente c’è il parco Formentano che la maggioranza dei milanesi conosce come Largo Marinai d’Italia.
In quel periodo e sino al primo dopoguerra via Padova alla mattina presto c’era una colonna quasi ininterrotta di carri carichi di verdure che andavano verso Loreto e poi da viale Abruzzi raggiungevano corso XXII Marzo.
Oltre agli orticoltori locali passavano quelli di Cologno Monzese, Vimodrone, Cernusco s/N., Cassina de’ Pecchi, S. Maurizio al Lambro, Brugherio, Carugate, tutte aree con molti terreni coltivati ad ortaggi.
La direzione del mercato era nella palazzina Liberty, unica struttura attualmente rimasta del vecchio verziere. Negli anni ’70 la palazzina fu occupata dal premio Nobel Dario Fo, che vi tenne numerosi spettacoli.
Nel 1965 il mercato fu trasferito nell’attuale sede di via Lombroso, ma sono ormai pochi i milanesi che lo chiamano Verzee, ora per tutti è L’Ortomercato.