I fratelli Besana che negli anni con i loro marchi Mebetoys, Martoys e BBurago hanno conquistato il mercato mondiale dei giocattoli con i loro modellini di pistole, fucili e macchinine iniziarono la loro avventura industriale da Crescenzago, in una ex-lavanderia di via della Valle.
Negli anni ’50 via della Valle era una via sterrata a fondo cieco che partiva da via Padova e finiva nelle campagne, era chiamata dai crescenzaghesi la via di lavandee perché vi avevano la loro sede diverse lavanderie industriali.
Durante il secondo conflitto mondiale nella via operavano almeno 4 lavanderie gestite dai fratelli Lorenzini, da Giovanni Banfi, da Emilio Rossi e da Carlo Mantica.
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Mario Besana cominciò a lavorare a 12 anni come garzone, a 24 anni diventò responsabile tecnico della produzione in un’industria di giocattoli milanese e dopo qualche anno, insieme ai fratelli Martino e Ugo, fondò la Mebetoys (Meccanica Besana Toys), che iniziò l’attività costruendo armi giocattolo in pressofusione
Umberto Taschetti, classe 1929 che abita alle “Tre Case”, negli anni ’50 lavorava alla Innocenti e ricorda che conobbe Ugo e Martino Besana a Lambrate in via Conte Rosso dove avevano una piccola officina meccanica .
Quando nella seconda metà degli anni ‘50 i 3 fratelli Besana decisero di unirsi per fabbricare giocattoli, Taschetti si adoperò per trovar loro degli spazi idonei. La scelta cadde sui locali della lavanderia di Emilio Rossi in via della Valle che aveva cessato l’attività. Quando anche la attigua lavanderia dei fratelli Lorenzini chiuse, i Besana si ingrandirono e occuparono anche quei seminterrati.
La Mebetoys iniziò l’attività producendo copie giocattolo di armi vere con una tecnologia discreta per i tempi.
Nel 1964 Mario Besana, il più intraprendente e lungimirante dei 3 fratelli, ebbe la brillante intuizione di sfruttare la tecnologia della pressofusione anche per il modellismo automobilistico.
La Mebetoys iniziò a studiare modellini di auto in zamac (lega di zinco) e si presentò al grande pubblico nel 1966 al Salone del Giocattolo di Milano con il suo primo modello: la Fiat 850. A questo modello seguirono la Fiat 1500, l’Alfa Romeo Giulia, l’Alfa Romeo Giulia 2600″ berlina, l’Autobianchi Primula e la Lancia Flavia berlina. I modelli riscossero un buon successo e i Besana trasferirono l’ azienda in capannoni più funzionali a Cologno Monzese. Rispetto alla concorrenza le prime Mebetoys disponevano, già di portiere o sportelloni incernierati e apribili, di sospensioni, di riproduzioni di interni e motori molto verosimili ed il loro prezzo variava dalle 500 alle 800 lire.
La 1966 al 1969 la Mebetoys dopo aver costruito 40 modellini, l’ultimo fu la Land Rover Transamerican, nel 1970 fu ceduta alla multinazionale americana Mattel.
Mario Besana aspettò la scadenza dei patti di non concorrenza concordati con la Mattel e nel 1974 fondò un’altra azienda a Burago di Molgora, la Martoys, divenuta in seguito Bburago che in pochi anni diventò uno dei colossi mondiali del modellismo e nei periodi migliori arrivò a fatturare quasi 200 miliardi di Lire di cui circa il 70% proveniente dall’esportazione. Negli anni 2000 degli investimenti errati e la concorrenza hanno segnato il declino dell’azienda. Nel 2005 l’azienda è stata coinvolta in uno scandalo finanziario che l’ha portata al fallimento ed il marchio è stato acquisito dai cinesi della Maisto.
Il cavaliere del lavoro Mario Besana, (fu insignito del titolo nel 1994), è morto il 17 maggio 2009, pochi anni prima aveva lasciato l’azienda al figlio Marco.
“Il mio obiettivo è far sognare i bambini dai 3 ai 90 anni” diceva spesso Mario Besana e sicuramente per molti anni le sue aziende nate da una felice intuizione avuta in una ex-lavanderia di Crescenzago ci sono riuscite.