Il palazzo del civico 392 era quello più “moderno” di tutta la frazione, il corpo principale aveva 2 piani ed il piano terra era costituito da negozi.

C’era il negozio del ciclista “El sciur Gaslini” e della fruttivendola, la signora Zucchetti, ricordata soprattutto per le sue granite, preparate al momento “grattando” grossi parallelepipedi di ghiaccio. Sino agli anni ’50 c’era anche una bottega per la riparazione e costruzione di finimenti per cavalli di  Amilcare  Minoia, attività poi proseguita per un breve periodo da Mario Nava.

trabattonEra presente anche un calzolaio, il signor Trabattoni, che gli anziani del borgo ricordano per l’immancabile camice blu e per la inseparabile bicicletta che aveva 2 portapacchi uno sulla ruota anteriore ed uno su quella posteriore entrambi sempre stipati di scatole di scarpe. Il figlio Ugo raggiunse notorietà nel borgo, diventò calciatore e militò brevemente nel Milan nei primi anni ’50, prima di giocare nella Reggiana e nel Piacenza. (Nessuna parentela con il ben più famoso Giovanni Trapattoni, con la “p”, di Cusano Milanino.

In seguito ci fu anche  negozio di parrucchiere e l’edicola del signor Caserini che quando il palazzo fu demolito si trasferì e proseguì l’attività nella stazione di Cascina Gobba del Metropolitana.

Il civico 392 di via Padova, ormai svuotato dei suoi inquilini, in attesa di essere demolito. i

Proprio davanti al 392 c’era la fermata dei lunghi convogli delle linee celeri dell’Adda e negli orari di uscita/entrata dal lavoro erano molto frequentati da gente in attesa

Era l’unico edificio della frazione a sud di via Padova e fu demolito negli anni ’60 perché era sui terreni dove si sarebbe poi costruito lo svincolo di accesso in direzione Milano della tangenziale est ed il piazzale della stazione della Metropolitana.