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Il ponte del Naviglio Vallone in una fotografia dei primi anni del 900. (Fotografie d’arte Gerardo Colombi – Corso Roma 66 – Milano)

La foto ritrae il ponte sul Naviglio Vallone, ponte che era posizionato in via De Amicis all’angolo con via Conca del Naviglio.

Il Naviglio Vallone, era il canale di collegamento tra la Cerchia dei Navigli e la Darsena di Porta Ticinese, era lungo non più di 6/700 metri e partiva molto vicino alla Pusterla dei Fabbri, nella direzione di Molino delle Armi.

Nelle vicinanze del Naviglio Vallone, tra le vie De Amicis, Conca del Naviglio e Arena era situato l’anfiteatro romano.

Il ponte Vallone, chiamato anche degli Olocati (le 2 vie che costeggiavano il canale erano le vie Vallone e Olocati) era necessario per consentire il transito lungo la Fossa dei Navigli che aveva la strada solo da un lato.

Il ponte dei Fabbri, come scritto erroneamente sulla didascalia della foto qui a fianco, collegava invece la attuale via Cesare Correnti (allora via S. Simone) con corso Genova, a quei tempi lungo la odierna via De Amicis scorreva il Naviglio ed il ponte, che si trovava in corrispondenza della Pusterla dei Fabbri, collegava le due sponde.

cartina vallone darsenaL’errata didascalia, è stata probabilmente ingenerata dal fatto che in tutto il borgo attorno alla Pusterla dei Fabbri c’erano molte botteghe di fabbri ferrai che erano stati relegati in questa zona, allora periferica della città, a causa delle loro lavorazioni molto rumorose che necessitavano di molta acqua.

La Pusterla dei Fabbri venne eretta nel corso nel ‘300, quando furono realizzate le mura medioevali da parte di Azzone Visconti.

Venne demolita con molte polemiche nel 1900, quando venne definita dalla giunta un cumulo di macerie dalle linee semplici”. Uno dei più strenui oppositori dell’ abbattimento fu Luigi Conconi, uno degli esponenti di spicco della Scapigliatura milanese che sostenne che, seguendo la stessa logica, si sarebbero potuti distruggere i vasi etruschi dei musei o le piramidi in quanto anche loro dalle “linee semplici”.

musei_civici_castelloQuando la Pusterla venne demolita, le pietre vennero conservate e donate ai Musei del Castello Sforzesco. Attualmente nel salone d’ingresso del museo del Castello, l’arco della Pusterla dei Fabbri che dava sulla campagna, ricostruito, costituisce la virtuale porta d’accesso al museo.

Oggi, nella zona, del Naviglio, dei ponti e della Pusterla dei Fabbri non ci sono più tracce, a ricordo di quei tempi rimane solamente il toponimo di una breve via, una traversa di via Cesare Correnti: via dei Fabbri.

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La pusterla dei Fabbri, negli ultimi anni del’ 800, poco prima della demolizione.

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