Nella seconda metà degli anni ’40, la grande passione per il ciclismo spinge Giuseppe Ottusi a fondare una squadra ciclistica dilettantesca: la “Società Ciclistica Crescenzago Ottusi”.
Giuseppe Ottusi inizia la sua attività nel ciclismo come telaista, a Sesto S. Giovanni, nel negozio dell’indimenticato pistard Ferdinando Terruzzi, vincitore della medaglia d’oro nel tandem alle Olimpiadi di Londra del 1948. Terruzzi conosciuto dagli appassionati come “il re delle Sei Giorni”, ne disputa 149 vincendone 23.
Ottusi, apre in seguito un negozio di articoli sportivi di via Padova, che diventa in breve un punto di riferimento degli appassionati di ciclismo della zona. E oltre a seguire il negozio e continuare la sua attività come meccanico al seguito della squadra professionistica Faema di Learco Guerra, Ottusi profonde energie anche nella gestione della squadra ciclistica.
La società infatti organizza molte corse nel quartiere di Crescenzago e nelle zone limitrofe, a cavallo degli anni ’50 il ciclismo è uno sport seguitissimo e molto praticato, le corse organizzate da Ottusi incontrano un buon successo tra la gente. Nella società gareggiano alcuni corridori di buon valore che conseguono svariati successi nelle corse riservate agli allievi lombardi.
Tra i corridori che in quel periodo gareggiano per i colori giallo/celeste della Crescenzago Ottusi e che poi in seguito raggiungeranno una certa notorietà deve essere citato Mario Dagnoni.
Dagnoni, classe 1935, di Segrate, dopo un discreto passato di corridore, intraprende una pluriennale carriera in sella alle moto da stayer.
Con al suo rullo i più grandi nomi del ciclismo mondiale, partecipa a 39 campionati del Mondo (tra professionisti e dilettanti) e a una quarantina di Sei Giorni, conquistando 28 maglie tricolori e molti titoli mondiali. Eccelle anche nell’ambito lavorativo, infatti negli anni ’60 fonda la DARI MEC, società per la costruzione di ingranaggi che diventerà una consolidata realtà e una eccellenza a livello europeo. Sia nell’azienda che nello sport Mario Dagnoni riesce a coinvolgere i tre figli Cordiano, Sergio e Christian.
Negli anni successivi si associa nella gestione del gruppo ciclistico anche l’ingegner Giuseppe Fenaroli ed il gruppo cambia denominazione in Rino Fenaroli-Ottusi.
L’ing. Fenaroli è il fratello di Giovanni Fenaroli, salito tristemente alla ribalta della cronaca nera per il cosidetto “caso Montesi”. Grande appassionato di ciclismo, da alla società il nome del figlio Rino, scomparso prematuramente.
In quegli anni fanno parte della squadra ciclistica personaggi, noti nel mondo del ciclismo milanese, come Umberto Carugo, calzolaio di Parabiago e Piero Pambieri,“milanesone” di viale Zara.
Nel frattempo anche Mario, il figlio di Giuseppe, è diventato “famoso” nel mondo delle due ruote, sostituendo il padre come meccanico di fiducia campioni come Charly Gaul.
Il gruppo fa anche molta attività in pista, è di casa la Vigorelli, dove Giuseppe Ottusi ha in affitto una cabina affidata alle cure di Carletto Cappi, altro mitico personaggio dei tempi d’oro del velodromo milanese.
.
.
.
.
Piero Pambieri, buon pistard con la maglia giallo celeste della Rino Fenaroli-Ottusi. Pambieri proveniente dalla Augustea, è passsato alla squadra di Ottusi nel 1958.
.
*************************************