Secondo l’abate e teologo piemontese Gabriele Pennotto (1574-1639), appartenente alla Congregazione Lateranense di S. Giuliano, la “prepositura dei canonici regolari de Santa Maria de Crescenzago” fu fondata nel 1140 nel periodo in cui Robaldo era Arcivescovo di Milano.

La chiesa ed il convento furono edificati grazie ai lasciti di un ricco e pio milanese. La chiesa sembra sia stata edificata sulle fondamenta di una chiesetta del X secolo, in accordo con la Santa Sede il convento fu affidato a Canonici regolari che vivevano sotto le regole di S.Agostino.

Il primo documento relativo a S. Maria Rossa che ci è pervenuto risale al 1143, è un testamento ritrovato tra le pergamene del monastero di Chiaravalle ora conservate presso l’Archivio di Stato di Milano. In questo testamento si legge che un certo Ottone detto Manzo, di Milano, dispone che la chiesa e canonica di S. Maria di Crescenzago abbia tutti i suoi beni immobili in Villamaggiore, nel suo territorio e nel castrum, posseduti in proprietà o a titolo di livello, con tutti i diritti pertinenti ….

Anno ab incarnatione domini nostri Iesu Christi milleximo centeximo quadrageximo tertio, mense novembris, indictione septima. Ego in Dei nomine Otto qui dicor Manzius, de civitate Mediolani, qui professus sum lege vivere Longobardorum, presens presentibus disi: quisquis in sanctis ac venerabilibus locis aliquid ex suis contullerit rebus, iusta Auctoris vocem, in hoc seculo centuplum accipiet et insuper, quod melius est, vitam posidebit eternam. Et ideo ego qui supra Otto volo et iudico atque per istut meum iudicatum confirmo ut, a presenti die et ora, habeat ecclesiam seu canonicam Sancte Marie que dicitur a Crexentiago, constructa prope ipsum locum Crexentiago, omnes casas et res territorias proprias ac libellarias illas, iuris mei, quas habere visus sum in loco et fundo Vicomaiore et in eius territorio seu et in castro atque in finita, cum omnibus honoribus, conditionibus, usibus, redditibus fictis, destrictis, comen|dationibus, amixeris, atractis, covis, mannis, ad ipsas res omnes pertinentibus,…….. “

Carlo Giulini (1714 – 1780) nelle sue “Memorie spettanti alla storia, al governo, alla descrizione della città e campagna di Milano” tomo V pag.525, cita una bolla del gennaio 1154 nella quale l’Arcivescovo Oberto concede al preposto della chiesa di Crescenzago ed ai suoi frati il privilegio di possedere beni e accorda prerogative.

Francesco Bombognini in “Antiquario della Diocesi di Milano” 1828, edita in Milano da Giovanni Pirotta, parlando dei monaci di Crescenzago, scrive che portavano abito bianco con la cotta bianca.

In breve tempo il convento raggiunse una notevole importanza e ricchezza e acquisì anche terreni a Conigo nella pieve di Rosate, vicino a Morimondo.