Primo Levi, il famoso autore del romanzo “ Se questo è un uomo” dove  sono narrate  le terribili esperienze vissute nel lager nazista di Auschwitz, soggiornò a Crescenzago nel 1942-43.

Levi si laureò con lode in chimica nel 1941 a Torino ma le leggi razziali del ’38 furono di ostacolo alla sua carriera professionale. Nel 1942, si trasferì per lavoro a Milano dove assieme ad alcuni amici torinesi, venne in contatto con ambienti antifascisti militanti, entrò nel Partito d’Azione clandestino, andò in val d’ Aosta, dove nel dicembre del ’43 venne catturato vicino a Brusson, fu trasferito al campo di raccolta di Fossoli, dove inizierà la sua lunga odissea.

Primo Levi venne a Milano perchè trovò un impiego presso la Wander, una industria Svizzera di medicine che aveva dei laboratori di ricerca in via Meucci a Crescenzago e dove Levi era impegnato in un progetto di ricerca sul diabete. Il vecchio edificio della fabbrica Wander è ancora visibile in via Meucci e, ristrutturato è attualmente sede di un grande emporio di prodotti etno: CARGO.

Levi descriverà il suo periodo “crescenzaghese” in un capitolo di un suo libro “IL SISTEMA PERIODICO” edito nel 1975, ma Levi descriverà Crescenzago soprattutto in una delle sue prime poesie che si intitola appunto “Crescenzago”. Lo scrittore rivive la sua esperienza nella grigia e malinconica periferia milanese dove il fumo delle ciminiere, simbolo della città soffocata dal lavoro respinge le cose belle della natura ( il sole, il vento, la foresta…).

Tu forse non l’avevi mai pensato,

Ma il sole sorge pure a Crescenzago.

Sorge, e guarda se mai vedesse un prato,

o una foresta, o una collina, o un lago;

E non li trova, ….

……..Pompa vapori dal Naviglio asciutto.

Dai monti il vento viene a gran carriera.

Libero corre l’infinito piano.

Ma quando scorge questa ciminiera

Ratto si volge e fugge via lontano,

Che il fumo è così nero e attossicato …

Nei versi della poesia trova spazio anche un accenno alle linee celeri dell’Adda che a quell’epoca passavano in via Padova.

….Ma rauco e assiduo sibila il tranvai…

Gli ultimi versi della poesia sono forse l’unica tenue nota di riscatto e di colore:

… Fanno l’amore di sabato sera

nel fosso della casa cantoniera.

Nel libro “ I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA “ Ernesto Ferrero scrive che in Crescenzago, Primo Levi “…..ritrae la periferia di Milano nei colori angosciati di Sironi, vi risuona una sirena mattutina che sembra quella del lager ….”

La poesia fu scritta nel febbraio 1943