Negli anni ’50/60 per le strade di Crescenzago non era affatto difficile incontrare le Leonesse“.

Carlo Cariati

Carlo Cariati nel giorno della sua Prima Comunione con lo zio Felice

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Alla fine del secondo conflitto mondiale, dopo anni di patimenti e lutti, la gente ha voglia di tornare a vivere serenamente ed a divertirsi, alla domenica le numerose osterie di Crescenzago sono piene, tra una partita a scopa e un bianchino, una mano di morra e una partita a bocce, nascono spesso accese discussioni che coinvolgono i presenti.
Si discute di tutto, ma soprattutto di sport ed in modo particolare di ciclismo, che in quegli anni è anche più seguito del calcio.

Subito si formano schieramenti contrapposti, è più prestigioso vincere il giro d’Italia o il tour de France? E’ meglio il cambio Simplex o il Campagnolo? E soprattutto è più forte Coppi o Bartali? E tra quelli che dibattono animatamente di questi argomenti ciclistici c’è sicuramente anche Carlo Cariati.

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Carlo era nato nel 1929, abita in via San Mamete e aveva passato l’infanzia a correre nei prati tra via Trasimeno e via San Mamete dove i nonni avevano dei terreni.

carlo Cariati

Carlo Cariati

Carlo, nel dopoguerra partecipa anche a qualche gara ciclistica nei dintorni ma poi dedica tutto il suo tempo e le sue attenzioni alla piccola impresa di costruzioni che nel frattempo ha realizzato.

La passione per le biciclette è però tale che negli anni seguenti, sfruttando la sua buona manualità, nel poco tempo libero si mette a costruire biciclette per i conoscenti nel laboratorio di via San Mamete.
Gli amici di Crescenzago fanno sì che quello che è partito come un hobby, diventi una piccola attività artigianale.

Carlo realizza una piccola serie di biciclette, qualche esemplare da donna, qualche modello sport, che oggi chiameremmo city bike, e anche, molto apprezzati dagli appassionati, alcuni esemplari da corsa.
Carlo Cairati, per le sue “creature”, conia anche un nome abbastanza impegnativo “LEONESSA”, un nome che nel suo immaginario simboleggia la velocità e la fierezza.

 Le “Leonessa” iniziano a girare per Crescenzago e cominciano ad essere ambite e riconosciute, se non ci sono richieste particolari un segno distintivo delle biciclette di via San Mamete è il colore: l’amaranto.
Leonessa SportDopo qualche tempo, non certo per mancanza di passione o di richieste, ma principalmente perché la sua attività principale gli assorbe tutto il tempo, Carlo, decide di smettere di costruire biciclette.
All’inizio degli anni ’70 Carlo Cairati rileva da Paolo Bertario, il negozio di ferramenta di via San Mamete, angolo via Adriano, ancora oggi esistente e di proprietà della famiglia.
STEMMADopo qualche tempo, due cugini di Carlo, anche loro due grandi appassionati ciclisti, Eugenio Villa (nipote di don Paolo Villa) e Mario Montanari (attuale presidente dei ciclisti del G.S. Crescenzago) cercano di convincere Carlo a costruire altre 2 Leonesse da corsa.

Non ci vuole molto a convincere Carlo a riprendere la sua mai spenta passione !

Carlo Cariati negli anni '90

Carlo Cariati negli anni ’90

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Carlo ritrova i vecchi disegni, recupera il materiale necessario e realizza ancora 2 biciclette da corsa per i suoi cugini: le ultime due “Leonessa”.
Nel 1975, i ciclisti appartenenti al gruppo degli “amici di don Enrico Bigatti” in occasione del giubileo, si recano a Roma in pellegrinaggio con le loro biciclette e ricevono la benedizione del Santo Padre.

E tra le biciclette benedette in piazza S.Pietro da papa Paolo VI c’è una Leonessa”!

Felice Trovati, che ha partecipato a quella spedizione ricorda che Eugenio Villa, il cugino di Carlo ha percorso i circa 600 chilometri del pellegrinaggio su una Leonessa amaranto.

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