CRESCENZAGO


Oggi al civico 23 di via Perticari le serrande dei negozi sono chiuse ed arrugginite, fino a qualche tempo fa c’era un ristorante cinese, ma sino agli anni ’60 c’era la rivendita di legno e carbone dei fratelli Rizzardi.

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Sono ormai 60 anni che la famiglia di Lucia Gambini lava e smacchia i vestiti a Crescenzago.

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Sotto le sue forbici sono passate 3 generazioni di clienti, sono ormai quasi quarant’anni che Antonio taglia capelli nel suo negozio di barbiere di via Arici 1.

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Nella seconda metà dell’ottocento era attiva la fucina del fabbro Carlo Merati lungo via Padova vicino al ponte sul Naviglio.

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Fino ai primi decenni del ‘900 i gelsi, le cui foglie venivano utilizzate per l’allevamento dei bachi da seta, erano di casa a Crescenzago. Nei cortili, lungo le vie, negli orti, lungo la Martesana… in ogni angolo si potevano osservare i moròn, così vengono chiamate in milanese le piante di gelso.

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Il Bar ARTURO è in via Paruta 56, una traversa di via Arici, fino al 1923, quando Crescenzago era un Comune autonomo, l’indirizzo era via Leonardo da Vinci 35.

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Negli scorsi secoli la coltivazione degli ortaggi era una attività comune a tutti i territori attorno alle grandi città.

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In epoche passate ma soprattutto nella seconda metà del XIX secolo, quasi tutti i contadini di Crescenzago allevavano i bachi da seta. Era un lavoro principalmente seguito dalle donne che accudivano i bachi nutrendoli con le foglie di gelso che raccoglievano giornalmente.

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Crescenzago, sino alla recente industrializzazione, rimase per molti secoli un borgo prevalentemente agricolo, tuttavia, fin dal tardo medioevo, si sviluppò, come in molte altre zone lombarde, un’attività che accomunava aspetti di rilevanza agricola, industriale e commerciale: la bachicoltura.

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Elisabetta Pellarin risiede a Crescenzago dagli anni ’80, ha uno studio dove dipinge in via Meucci ed abita in via San Mamete in una porzione di una delle dimore storiche del quartiere: villa De Ponti.

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Radio Palmanova nasce nel 1974 a Milano, gli studi sono nel retro di un anonimo negozio in un palazzo di via Palmanova 54, sul cui tetto si staglia una enorme antenna da dove vengono irradiati i segnali dell’emittente. Fondatore e animatore indimenticato di quella che è stata in assoluto una delle prime radio libere italiane, […]

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A Cimiano, presso la Casa dei Buoni Fanciulli, nel cortile vicino alle scuole c’era sino al 1972, una imponente statua in marmo di Lucio Fontana raffigurante la Madonna, chiamata dalla gente “la Madonna del Parco Lambro”.  

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La chiesetta di San Carlo alle Rottole, risalente al XII secolo, prende il nome dal quartiere delle Rottole, che sino al XIX secolo era un piccolo e isolato borgo rurale con qualche cascina e la piccola chiesa romanica.

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Negli anni scorsi, soprattutto nei giorni immediatamente precedenti il Giro d’Italia, non era inusuale  vedere sui marciapiedi di via Palmanova 71, campioni dei pedali osannati come Magni, Gimondi o Adorni. A quell’indirizzo c’era la sede della Pneumatici Clément SpA, produttore leader a livello mondiale dei pneumatici che avrebbero accompagnato quei campioni per le strade del […]

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Negli ultimi anni della dominazione austriaca, quando il Lombardo-Veneto era ancora sotto la corte di Vienna, Luigi De Ponti, da Greco dove possedeva una fornace, si trasferì a Crescenzago.

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Sino agli anni ’50 le marcite hanno rappresentato una delle caratteristiche peculiari  del paesaggio attorno a Crescenzago.

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La cascina Faipò era situata lungo la “Strada  Comunale da Gorla per Crescenzago” sull’area dove ora sorge la chiesa parrocchiale di S. Basilio in via Magistretti.

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La Cascina Lambro si trova in via Idro 62, lungo la ciclabile del Naviglio Martesana, vicino all’intersezione con il fiume Lambro, in prossimità dei comuni di Cologno Monzese e Sesto S. Giovanni.

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  Milena Cantù, la indimenticata “ragazza del Clan”, prima fidanzata storica di Adriano Celentano, abitava a Crescenzago, in via Arici, una traversa di via Padova.

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Le sale cinematografiche, nella metà degli anni ’50, ebbero un ruolo fondamentale nella vita sociale degli italiani, in quel tempo la televisione non era ancora entrata massicciamente nelle case e le proiezioni cinematografiche assieme alla balera, alle bocce ad alle partite a carte erano uno degli svaghi preferiti, soprattutto nei giorni festivi.

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