Nella seconda metà degli anni ’50, nel quadrilatero compreso tra le vie Palmanova, Oropa, Derna e Benadir, venne aperto il grande stabilimento farmaceutico della CIBA.
Il nome CIBA è l’acronimo di Gesellschaft für Chemische Industrie Basel, l’azienda svizzera nacque nella metà del XIX secolo a Basilea ed era specializzata nella produzione di coloranti per tessuti.
Nei primi anni del ‘900 iniziò la produzione anche di sostanze medicinali, nel 1911 venne aperto uno stabilimento anche a Milano.
Nel 1970 Ciba si fuse con Geigy un’altra società di Basilea, nacque il gruppo Ciba-Geigy Ltd, nel 1996 il gruppo si fuse con la Sandoz, dando vita a NOVARTIS International AG., un colosso farmaceutico secondo al mondo solo alla Pfizer.
Il complesso di via Palmanova era una struttura produttiva moderna, importante per il territorio perché dava lavoro ad oltre 200 persone, molte delle quali abitavano in zona.
Nel grande edificio di 4 piani lungo la via Palmanova, avevano sede i laboratori al piano terreno, lo sviluppo farmaceutico al 1° piano, la produzione delle capsule e compresse al 2° piano, la laccatura delle compresse al 3° piano e la produzione dei granulati al 4° e ultimo piano.
Nel fabbricato lungo via Oropa al piano terreno c’era la direzione dello stabilimento mentre gli altri piani erano destinati alla produzione.
Nell’angolo tra via Derna e via Benadir c’era la mensa.
A fine anni ’70 lungo via Benadir è stato costruito un moderno magazzino semiautomatizzato sia per lo stoccaggio delle materie prime, sia delle confezioni dei farmaci.
Produceva molti farmaci, il più noto e venduto era sicuramente la CIBALGINA, commercializzato in Italia sin dal 1942, la formulazione iniziale prevedeva l’associazione di un antinfiammatorio ed un barbiturico.
Nel 1977 è stata cambiata la formulazione ed è nata NEO-CIBALGINA, si è sfruttato l’effetto sinergico di tre principi attivi: l’ effetto analgesico dell’acido acetilsalicilico, quello anti-infiammatorio del paracetamolo e la proprietà di innalzare la soglia del dolore della caffeina. Altri farmaci molto venduti erano gli antidepressivi triciclici: la Clomipramina (nome commerciale Anafranil) e la Imipramina (Tofranil).
Negli anni ’80, nonostante la buona produttività dello stabilimento di via Palmanova, le complesse dinamiche aziendali, anche in seguito alla nascita di Ciba-Geigy, hanno portato la multinazionale svizzera a non considerare più strategico l’insediamento di Crescenzago, è iniziato un lento ma progressivo trasferimento delle attività negli stabilimenti di Origgio e Torre Annunziata.
Per la sede di Crescenzago inizia un inesorabile declino a cui le maestranze hanno cercato di opporsi, ci sono molti scioperi, manifestazioni ma la multinazionale è irremovibile.
Esasperati i dipendenti sono arrivati ad occupare anche via Palmanova, questo si leggeva il 16 ottobre 1992 in un trafiletto del Corriere della Sera : “ Sciopero ieri dalle 10 alle 12 dei 250 dipendenti della Ciba Geigy: i lavoratori hanno occupato per breve tempo un tratto di via Palmanova proprio di fronte allo stabilimento. I sindacati protestano per il progetto della direzione di chiudere la fabbrica trasferendo alcuni dipendenti ad Origgio e licenziando gli altri. Tutte le produzioni di via Palmanova dovrebbero essere trasferite a Torre Annunziata dove la Ciba ha costruito uno stabilimento”.
A metà degli anni ’90 lo stabilimento della CIBA chiude definitivamente.
L’ edificio che costeggia via Palmanova viene comperato dalla GUNA, un’azienda che opera nel settore della ricerca e produzione di farmaci omeopatici. L’ edificio viene completamente ristrutturato nella parte esterna dall’architetto Ivo Pellegri creando un’ardita sintesi di forme e colori e vince a Bruxelles un premio per la migliore facciata industriale europea. Viene inaugurato ufficialmente il 25 settembre 2008, in occasione dei 25 anni di attività di GUNA.
La struttura tra via Benadir e via Derna, ampliata, occupa ora un centro commerciale, mentre l’edificio lungo via Oropa è in uno stato di completo abbandono ed è il rifugio dei senzatetto della zona.
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Si ringrazia per il prezioso contributo Ivo Cannella che ha trascorso alcuni anni della sua vita lavorativa nel complesso CIBA di via Palmanova