Il 30 dicembre 1960, don Enrico Bigatti, muore vittima di un incidente stradale nei pressi di Inzago, a causa della forte nebbia, la sua macchina si scontra frontalmente con un autocarro.

Erano ormai 9 anni che don Enrico non era più coadiutore nella sua abbazia di S. Maria Rossa, dal 1951 era stato trasferito in centro a Milano a S. Maria della Porta, ma la notizia della sua morte ha gettato nello sconforto tutta la comunità di Crescenzago.

Novembre 1950, Don Enrico Bigatti prega sul sagrato di S.Maria Rossa durante la cerimonia funebre di mio nonno Fernando Margutti.

Ricordo molto bene la tomba di Don Enrico nel vecchio cimitero di Crescenzago in via del Ricordo. Il suo monumento, vicino a quelli dei miei cari, era come una grande macchia  multicolore, in ogni stagione era invaso da vasi di fiori e lumini che strabordavano sulle tombe vicine e sulla ghiaia dei vialetti.

Dopo la chiusura del cimitero di Crescenzago, nel  febbraio 1984 la salma di Don Enrico venne traslata nel cimitero di Lambrate.

Il ricordo di don Enrico per i suoi compaesani di Crescenzago è indissolubilmente legato al suo amore per la Madonna, il 4 dicembre 1946 scriveva nei suo diario: «Alla mattina, stamani in modo speciale, quando mi metto ai piedi di Maria, nella cappella a lei dedicata, ho tutta l’impressione d’essere un bambino. Ecco appena levato, la buona Maria lo veste, lo lava, lo prepara con ogni cura a presentarsi al buon Padre, Gesù», mentre nel dicembre 1947, sempre nel suo diario annotava:  «Quanta gioia si prova con Maria! Veramente con Lei si ricostruisce il Paradiso nelle anime e Gesù ritorna. La Madonna è il mio sole. Adveniat ! ».

Pur essendo passati  ormai 50 anni dalla sua morte, la memoria di don Enrico, la sua generosità, il suo spirito gioviale e coinvolgente, il suo carisma, la sua attività clandestina nella Resistenza e non da ultimo, la sua cultura eclettica sono ancora molto vivi nella gente della sua Crescenzago.