bandiniSono ormai passati molti anni e non si sa se sia vero o sia una delle tante leggende metropolitane, ma gli anziani del posto amano raccontare che negli anni ’60, quando vedevano una rossa Ferrari gran turismo uscire rombando dalla rampa del garage via Cavezzali e sbucare sgommando in via Padova, avevano un’unica certezza: al volante c’era Lorenzo Bandini.

Lorenzo pur essendo ormai diventato un pilota affermato e famoso, sicuramente il più amato pilota italiano di quel periodo, non disdegnava affatto di collaborare col suocero nell’officina di via Cavezzali, aiutandolo a mettere a punto le macchine del cavallino che privati affidavano loro prima di qualche gara per gentlemen drivers.
Lorenzo Bandini abitava con la moglie Margherita in un appartamento all’ottavo piano, con attico soprastante, di via Padova 95, un complesso di palazzi vicino alla massicciata ferroviaria, di fronte al deposito ATM del “Molino Nuovo”.

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1967 – Lorenzo Bandini con la moglie Margherita sul loro attico di via Padova 95  (foto www.gpx.it)

Lorenzo era nato nel 1935 in Cirenaica, dove il padre Giovanni commerciava in macchinari agricoli. Quando scoppia la guerra il padre torna a Brisighella, il suo paese di origine dove acquista un albergo. Il 1944 è un anno tragico per la famiglia Bandini, l’albergo viene distrutto dai bombardamenti e il padre viene misteriosamente ucciso da ignoti, forse da partigiani per rappresaglia. I Bandini si trasferiscono a Reggiolo e Lorenzo contribuisce al sostentamento della famiglia lavorando come meccanico. Nel 1950 Lorenzo Bandini si trasferisce a Milano e inizia a lavorare come meccanico nel “Garage Rex” di via Plinio di proprietà di Goliardo Freddi, padre della sua futura moglie Margherita.
Lorenzo è un meccanico subito molto apprezzato dai clienti e stimato dal suo padrone che lo tratta come un figlio e lo porta spesso con sé al circuito di Monza dove conosce l’ambiente delle corse e i suoi campioni. Cresce in Lorenzo la passione per le corse.

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Fiat 1100 103 B guidata da Bandini durante la corsa in salita Castell’Arquato – Vernasca

Nel 1956 inizia la sua carriera di pilota, partecipando ad una corsa in salita, la Castell’Arquato – Vernasca, su una FIAT 1100 103 B elaborata, di proprietà del futuro suocero.

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Nel 2016, un appassionato, Marco Bianchini entra in possesso proprio di quella FIAT 1100 guidata 60 anni prima da Bandini. nella corsa in salita sull’appennino emiliano.

La macchina è ancora in ottime condizione, viene sottoposta solo ad un leggero restauro conservativo: lucidatura della verniciatura, sostituzione dei pneumatici e sostituzione della mascherina non conforme all’originale (vedi le 2 immagini sottostanti). 

La vettura è stata visionata e “certificata” dalla moglie di Lorenzo, la Signora Margherita Freddi che gentilmente, con grandissima emozione si è resa disponibile a tale riconoscimento.

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Bandini inizia una carriera che lo porta a correre moltissime gare in diverse categorie.

Nel 1958  Lorenzo ottiene la prima vittoria di un certo prestigio nella Mille Miglia al volante di una Lancia Appia coupè nella categoria 2000 gran turismo.
Dopo aver primeggiato in numerose competizioni, nel 1960 diviene pilota ufficiale della scuderia Stanguellini.

Nel frattempo Goliardo Freddi, venduto il garage di via Plinio aveva aperto una nuova officina in via Cavezzali 9, a fianco del bowling, a pochi metri da via Padova, in zona “Molino Nuovo” e ne affida la gestione a Lorenzo, l’officina si chiama”Autorimessa Gran Prix”.

 

Via Cavezzali 9 , oggi,

Via Cavezzali 9 , oggi.  Dove c’era l’officina di Bandini, a fianco del bowling c’è ancora l’insegna gialla di un garage. All’ultimo piano del palazzo dietro l’ insegna c’è l’ex-appartamento di Lorenzo Bandini.

Nel 1961 inizia la sua carriera di pilota di formula 1 guidando una Cooper Maserati. Nel 1962, dopo aver gareggiato in centinaia di gare, finalmente corona i suoi sogni ed approda alla scuderia Ferrari.

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Bandini al G.P. del Nurburgring di F.1 nel 1966

Nel 1963 in coppia con Ludovico Scarfiotti, Lorenzo vince la 24 ore di Le Mans al volante di una Ferrari 250P.
Il 1964 è un anno particolarmente felice per Lorenzo, vince con la Ferrari una gara nel mondiale di Formula 1 (il Gran Premio d’Austria) e convola a nozze con Margherita Freddi.
Negli anni successivi con le rosse di Maranello vince alcune prestigiose gare di sport prototipi e ottiene molti prestigiosi piazzamenti in gare di Formula 1.
Il 1967 inizia sotto i migliori auspici, in coppia con Chris Amon, con la Ferrari P4 vince la prestigiosa 24 Ore di Daytona e qualche settimana dopo la 1000 km. di Monza. Tutta la stampa specializzata è concorde, sarebbe stato l’anno della definitiva consacrazione per Lorenzo Bandini.
Il 7 maggio 1967 si corre il Gran Premio di Montecarlo di F1, c’è molta attesa, Bandini nei 3 anni precedenti è sempre salito sul podio, si aspetta una sua vittoria. E invece all’82º giro si consuma la tragedia.

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Bandini al G.P. di Montecarlo del 1967 poco prima del fatale incidente.

La Ferrari di Bandini arriva alla chicane del porto a velocità nettamente superiore a quella di solito tenuta dai piloti in quel punto, sbanda, picchia violentemente contro le bitte del lungomare, si capovolge e immediatamente prende fuoco tenendo prigioniero il pilota tra le sua lamiere intrise di benzina. Il fuoco viene alimentato anche dalle balle di paglia che all’epoca erano piazzate come protezione lungo la pista per attutire gli urti, gli addetti alla pista raddrizzano la carcassa della macchina, cercano il corpo anche in mare, pensano che il pilota sia stato sbalzato dalla vettura, tra i soccorritori che si prodigano per spegnere le fiamme, Giancarlo Baghetti, il pilota rivale ma suo grande amico e il Principe di Borbone, occorrono 3 lunghissimi minuti ai soccorritori per riuscire a spegnere l’incendio…

7 maggio 1967, 82° giro

7 maggio 1967, 82° giro del G.P. di Montecarlo: il tragico incidente di Lorenzo Bandini

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La notizia dell’incidente di Bandini viene riportata dai giornali di tutto il mondo.

Lorenzo Bandini, per le gravi ferite riportate muore 3 giorni dopo, il 10 maggio 1967 all’ospedale di Montecarlo.
In suo omaggio, quando la salma rientra all’aereoporto di Linate, lungo viale Forlanini, il viale che porta all’aereoporto, sono schierate due file di auto disposte a spina di pesce, proprio come per la partenza di una gara di Le Mans.
E narrano le cronache dei giornali dell’epoca che quando esce il carro funebre con la sua salma dall’aereoporto, la folla che si è raccolta ad attenderlo gli tributa un lungo applauso. Sembra che sia la prima volta che in Italia, venga tributato onore ad un morto battendogli le mani.

 Ai funerali di Lorenzo Bandini partecipano oltre 100.000 persone, la moglie Margherita si chiude in un doloroso riserbo.
Lorenzo oltre alle sue indiscutibili qualità professionali, era un bravo pilota e un ottimo collaudatore molto preparato tecnicamente, e anche se non è riuscito in vita ad ottenere quei risultati così a lungo inseguiti, è rimasto nel cuore di tutti gli sportivi italiani soprattutto per le sue qualità umane.
Lorenzo viene sepolto al cimitero di Lambrate, a poca distanza dalla sua casa di via Padova e dall’officina di via Cavezzali dove aveva a lungo coltivato i suoi sogni, sulla tomba viene incastonato il suo casco.

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